[StraMilano 2019] Il bello di superare se stessi

Sono reduce da una StraMilano intensa. Densa. Di persone, storie, colori, passione.

Non avevo pretese sulla gara in se, e forse proprio per questo ho fatto benissimo. Quando lasci andare i pensieri e non ti ossessioni sul risultato, è più facile raggiungerlo.

Molto difficile applicare questa regola in tutti i contesti. Il fatto stesso di darti un obiettivo ti mette sotto pressione e per quanto tu possa impegnarti a non pensarci, avrai proprio solo quell’obiettivo in testa fino al momento in cui capirai di averlo raggiunto o meno.

Ma quando riesci a puntare l’obiettivo senza pressione, godendoti il viaggio, realizzi che dovrebbe essere l’unico modo possibile per provare a farlo. Essere ossessionati da qualcosa non porta valore aggiunto se non in casi rari. Per chi, come me, corre esclusivamente per superare se stesso, non ha alcun senso caricarsi di ulteriore pressione. E quando riesci a evitarlo arrivano risultati inaspettati.

Ecco quindi un bel record personale sui 10, quasi senza accorgermene. Godendone il doppio, all’arrivo.

Bisogna ringraziare Milano per l’evento di ieri. Per la sua bellezza, per l’accoglienza che sa riservare a chi la visita, per la storia che racconta nei viali, nei suoi monumenti, nelle persone fermo agli angoli delle strade. Per la sua modernità.

So di alcune difficoltà organizzative nel finale della mezza maratona e di molte polemiche tra i partecipanti ed è un peccato che siano state disattese le aspettative di chi era pronto a dare tutto. Sicuramente l’organizzazione ne farà tesoro per fare in modo che le prossime edizioni siano al 100% all’altezza di un evento così atteso e così partecipato.

Ma è stata, nonostante tutto, una bella giornata di festa.

Ora testa ai prossimi obiettivi. Arrivano due settimane in cui mi dedicherò un po’ a famiglia e amici ma sono a caccia della seconda mezza maratona, che correrò se tutto va bene tra fine aprile e inizio maggio.

Vietato fermarsi!

brescia half marathon 2019

Brescia, arrivo!

Ebbene ci siamo.
5 giorni.
120 ore.
7200 minuti.

Ho aspettato tanto questo momento e l’unico pericolo adesso è quello di non viverlo con la giusta serenità. Proverò a non correre questo rischio ovviamente.
La tensione è tanta, ma è una tensione positiva. A 11 mesi circa da quella notte in cui il panico si era impossessato della mia testa, provo a correre la mia prima mezza maratona. Non li ho ancora corsi, finora, 21 km. Avrei potuto, è evidente. Ma è come se romanticamente avessi voluto lasciare la suspence per il 10 marzo. Domenica prossima.

Singolare anche, a pensarci bene, che io mi appresti a puntare a questo traguardo nel mese di marzo. Marzo è il mio mese, da sempre. Precisamente da quel 27 marzo 1984 in cui sono nato.
E marzo fa parte di me, lo riconosco dai profumi nell’aria, dalla primavera che si prepara a esplodere, dai fiori che fanno capolino con i loro colori, dal sole a tratti un pò più caldo, dalle giornate che si allungano.
Marzo è primavera, e primavera è rinascita.

Ma tornando alla corsa: sono arrivato alla scorsa settimana con le gambe davvero cariche di km. E quindi di fatica. Ci sta, non mi sono risparmiato, ho corso dai 30 ai 40 km per settimana dagli inizi di gennaio.
Questa settimana starò scarico, con brevi corse lente e un pò di cyclette.

Sabato si parte, con famiglia e amici al seguito, per questa piccola grande avventura.
Vi racconterò tutto, sperando vada come deve andare.

In ogni caso se mi guardo indietro sono convinto che…comunque vada, sarà un successo.