Trail sul Lago di Levico

In realtà poi, semplicemente Googlando, ho subito realizzato che il lago stesso mi avrebbe offerto un percorso splendido. Il giro del Lago di Levico infatti ospita annualmente un evento omonimo, perfetto per chi ama correre e per chi ama la natura.

Per noi runner, si sa, vacanza non è per forza sinonimo di riposo. Anzi. Appena ho realizzato che avrei trascorso un periodo nelle valli trentine, precisamente sulle rive del lago di Levico, ho subito iniziato a capire dove avrei potuto allenarmi per esplorare i dintorni come solo chi corre può fare.

Il percorso è lungo circa 10km, e varia a seconda delle deviazioni che si sceglie di effettuare. Si tratta di un percorso circolare, e personalmente apprezzo molto quei percorsi che ti permettono di ritornare al punto di partenza completando il giro.

Il mio giro è partito dall’uscita secondaria del camping in cui alloggiavo. La prima delle 3 volte in cui ho percorso l’intero giro del lago sono partito dal versante orientale, risalendo il lago per poi riscendere il versante occidentale. il versante orientale è quello più semplice, poichè di fatto parte dal Lido di Levico e fino al cambio di versante procede con una strada sterrata larga e comoda, seppur in costante e leggera salita. Dopo circa 6km si “curva”, cambiando versante. Lì il percorso cambia poiché inizia una fase di bosco con un saliscendi severo sia per quanto riguarda le salite che pr quanto riguarda le discese.

Breve inciso: sono un runner mediamente esperto su strada, mentre sono ancora alle prime armi per quanto riguarda il trail. Per questo motivo ho sempre affrontato il percorso con massima prudenza, senza spingere, godendomi i panorami e soprattutto l’incantevole silenzio nel quale spesso mi ritrovato, in solutudine.

Una volta compreso che il versante occidentale fosse quello più difficile, ho pensato che partire da lì mi avrebbe permesso di allenarmi al meglio verso il finale, terminando sulle rive del Lido. Per questo, nel secondo e terzo allenamento, ho iniziato risalendo da ovest.

L’inizio è tosto, spaccagambe e spaccafiato, almeno per me. La parte successiva è saliscendi nel bosco, e non avendo io un paio di scarpe dedicato al trail (me la sono cavata comunque bene ma non potevo spingere più di tanto) è stato necessario andare piano soprattutto in discesa. La discesa nel trail è un esercizio di propriocezione incredibile. Un esercizio che se fatto in debito di ossigeno risulta davvero sfidante. Con prudenza e senza fretta mi sono divertito molto.

Sul percorso a livello naturalistico, che dire: è stupendo. Ci sono scorci sul lago che mi hanno ricordato, vi giuro, i fiordi norvegesi. Rispetto a quello di Caldonazzo, quello di Levico è un lago molto poco “turistico”, con scenari molto naturali. Si corre (o cammina) immersi nel verde. Non ci sono bar, o spiagge, ma solo sponde più o meno ampie e argini che consentono qua e là di campeggiare e pescare. Ci sono anche diverse panchine sulle quali sedersi per ammirare il panorama o anche solo per riposare nel silenzio assordante che viene spezzato solo dai rumori che la natura sa offrire.

Il segmento di passaggio tra un versante e l’altro è attraversato da un torrente, che sfocia nel lago a nord. Quello è forse il luogo più fresco e intimo di tutto il percorso.

Io mi sono focalizzato sul percorso circolare ma per chi volesse camminare ci sono diversi percorsi che partono dal lago per salire sui monti circostanti. Insomma, un’area davvero ricca di opportunità per chi vuole mettersi alla prova.

Un percorso che per trail runner navigati apparirà forse fin troppo semplice ma che per me, che ancora muovo i primi passi, è stato teatro di una sfida appassionante con me stesso oltre che di allenamenti fuori dal comune, a contatto con la natura.

Arrivederci, Levico.

Runner Extralarge nella neve

2021

Ci sarebbero tante, forse troppe cose da dire su questo 2020. Credo che ognuno di noi abbia avuto, nel bene e nel male, la possibilità e il tempo di trarre le proprie conclusioni su cosa è davvero importante nella vita, alla fine di tutto.

Senza divagare troppo, e restando in tema corsa, il discorso per me è davvero semplice. Come ho già avuto modo di dire più volte, dobbiamo ricordarci che correre è un privilegio e che se abbiamo la fortuna di avere come unica preoccupazione quella di capire che allenamento fare, dobbiamo esserne consapevoli. E grati.

Il 2020 ci ha dimostrato che in poco tempo le cose possono precipitare e che chi ha la fortuna di non soccombere ha tante risorse diverse per resistere. Una di queste è perdersi nella natura. Qualsiasi sia lo sport che ti piace, qualsiasi sia la condizione climatica (salvo emergenze), la ricchezza sta nel poter trascorrere del tempo con te stesso in quei posti magici dove sai di poter restare solo.

Dove ascoltare il silenzio, rotto solo dal rumore dei propri passi o dal proprio respiro. Uno dei privilegi che ho scoperto di avere senza che me ne fossi mai accorto.

Il percorso di consapevolezza intrapreso quasi 3 anni fa ormai, mi ha permesso di essere pronto e di tenere botta in un periodo difficile come quello che abbiamo attraversato.

Il mio augurio, per me e per tutti, è quello di iniziare o proseguire questo percorso di consapevolezza. Quella consapevolezza che ci porta a scoprire i privilegi, e a viverli come tali.

Buon 2021.

Il mattino è roba nostra

Chi corre ama farlo anche e soprattutto in vacanza. Anche se non tutti lo comprendono, e sgranano gli occhi quando racconti delle alzatacce per poterti allenare.

Correre al mattino presto ha due obiettivi principali, almeno per me: il primo è quello di limitare il tempo tolto alla famiglia – io esco a correre spesso quando ancora in casa si dorme; il secondo è che anche quando non fa caldo, il mattino nei suoi silenzi e nella sua lentezza ha qualcosa in più.

Anche in Garfagnana o sul lago d’Iseo, dove ho trascorso le vacanze, ho cercato di mantenere le buone abitudini e mi sono allenato regolarmente. Ed ero spesso solo con me stesso, là fuori, alle sette di mattina.

Io e la natura, la cosa più preziosa che abbiamo. E lì vengono meno i numeri, i tempi, i km. Resta solo la tua voglia di esplorare o di essere in pace con te stesso.

E ti rendi conto che sei solo, e se non sei solo siete in pochi. Tutti sportivi. Non importa se correndo, camminando o pedalando. Il mattino è roba nostra.