Prendo in prestito una frase di una canzone come inizio di questa mia riflessione.
E se non hai niente in cui credere,
non avrai niente che puoi perdere.
Sì, tranne te.

Ecco. Riflettevo in questi giorni, nelle mie peregrinazioni mentali, sull’importanza di credere in qualcosa. C’è chi ha una fede religiosa. Io personalmente non rientro in questa categoria e talvolta provo invidia. Ma la verità è che la vita offre a tutti la possibilità di credere in qualcosa seguendo o la propria spiritualità o la propria indole.
Ecco che allora forse anche io credo in qualcosa: da due anni credo nella corsa. Credo in uno stile di vita diverso. Credo nello sviluppo della propria capacità di superare il limite. Credo nella resilienza, un termine abusato, spesso ridicolizzato dalle mode, ma che ha in se il valore del saper superare le difficoltà.
Credo nei valori dello sport. Credo nel tempo dedicato a se stessi. Credo nel coltivare una passione.
Credo nella natura. Credo nei fontanili, che irrigano la mia terra, quella dalla quale provengo: la pianura padana fatta di campi di grano, risaie, granoturco.
Credo nelle radici salde da cui dipendiamo e nelle ali che ognuno di noi ha per spiccare il volo.
Credo anche nella paura, perché no. Nella paura del domani, nella paura di non farcela. Probabilmente non sarà così per tutti ma è proprio nei timori, spesso, che mi sento Vivo.
Insomma, credo in quel qualcosa che ti spinge ad andare avanti anche quando credi di non potercela più fare.
E credo che credere sia importante. O almeno credo.