Natale e bilanci

Amici runner, in un anno come quello che sta per concludersi diventa difficile anche tracciare bilanci. Soddisfatto? In generale non lo sono mai. Che sia un pregio o un difetto non l’ho ancora capito, ma è così, mi accontento raramente. Quindi no, non sono soddisfatto. Dopo 3 mezze (quasi 4, con una gara da 18) nel 2019 avevo in mente grandi traguardi, grandi sogni, grandi ambizioni. Il 2020 ha cambiato tutto. Era già iniziato male con uno strano infortunio alla schiena che mi aveva bloccato per un mese. Poi la pandemia, che ha scombinato i piani del mondo intero. Da lì una serie di riflessioni importanti: quali sono le priorità? Cosa è davvero importante?

Correre nel 2020 è stato un privilegio: chi ha potuto farlo non ha dovuto preoccuparsi di altro. E pazienza allora se il PB non è stato migliorato o se il Garmin mi attribuisce uno stato di forma patetico, verranno tempi migliori, per tutto. Speriamo.

Per il resto, privilegio, dicevo: avere una finestra tutta per sè, godersi il silenzio della natura, ascoltare il proprio respiro. Ripartiamo da qui per il 2021. Il resto, sono convinto, verrà da se.

E se proprio vogliamo fare qualcosa per questo Natale un po’ strano, scegliamo una causa a cui donare e corriamo una distanza per noi simbolica che ci aiuti a ricordare che se possiamo correre, a noi così male non va.

Buon Natale, a chi corre e a chi no!

Lockdown, ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

Rieccoci. La seconda ondata pare anche più forte della prima. Un’estate fatta di apparente spensieratezza ci ha portati a fronteggiare una nuova emergenza.

Non voglio entrare nel merito. Mi limito a dire che ovviamente sono molto preoccupato, consapevole che la corsa e il suo regolare svolgimento sono l’ultimo dei problemi da risolvere ora.

Quindi, con che stato d’animo si corre, in lockdown? Sono due secondo me le parole chiave.

La prima è “gratitudine”. Essere grati per poterlo fare. Essere grati di avere la volontà di farlo, con la consapevolezza di fare del bene a se stessi, per la propria salute fisica e mentale. Non è scontato. Prendiamo il mio caso: se la pandemia fosse stata nel 2017 mi sarei ritrovato ad affrontarla insieme a 35 kili in più e a tanta pigrizia. Senza valvole di sfogo. Senza ore d’aria nelle mie campagne. Poter correre non è scontato, presuppone buona salute di base, tempo e spazio per farlo. Pensiamoci quando lo facciamo.

La seconda è “prudenza”. Che fa rima con rispetto. Essere prudenti, in questo periodo, è d’obbligo. Bisogna stare attenti a rispettare le regole, a non strafare, a mantenere un equilibrio. Mascherina sempre dietro anche se non la indossiamo correndo. Distanza, allenamenti in luoghi pochi isolati – per chi può, ovviamente. Bocca e naso coperti se si incrocia qualcuno. Godiamoci la libertà di poterlo fare agendo da esempio virtuoso per tutti.

E poi? E poi si vedrà. In questo periodo, onestamente, è difficile per me parlare di obiettivi o simili. Teniamo botta e speriamo di poter tornare a goderci la corsa in un clima meno teso e in uno scenario in cui ci sia meno sofferenza e più speranza.

Nel frattempo possiamo fare solo una cosa, che è appunto essere grati e prudenti.

L’autunno ci aspetta

È volata via, senza neanche darci il tempo di salutarla, di prepararci psicologicamente al buio presto, ai primi freddi, alle prime piogge. Ci è sfuggita dalle mani quest’estate un po’ strana, che ci siamo goduti un po’ di più in virtù di un primavera trascorsa chiusi in casa, in quarantena forzata.

Me la sono goduta, e ho corso molto più di più rispetto a quella passata. È stata la mia terza estate da “runner”. E adesso? E adesso diciamolo, arriva una stagione che per chi corre rappresenta quasi il massimo. Le temperature si abbassano, le distanze si allungano, le gambe si sciolgono. Un sogno, non fosse questa situazione contingente che ci tiene tuttora sospesi. Di gare non ce ne sono – e alle poche che ancora resistono personalmente non riuscirei a partecipare ora come ora. E allora ecco che anche in questa stagione riscopriremo il valore di correre per noi stessi, per i nostri obiettivi, in quell’esercizio di stile fine a se stesso che è la corsa.

Io proverò a lavorare su velocità e distanza, aspettando di poter poi fare, un giorno, una bella gara. Inseguo la mia quarta mezza maratona, dopo le 3 dello scorso anno.

E quando riuscirò a correrla significherà anche e soprattutto che altri problemi, ben più importanti, saranno rientrati.

Un ultima riflessione sul mio libro, che oggi era ancora incredibilmente in cima ai bestseller Amazon di categoria: che dire, una soddisfazione così non me la sarei mai aspettata, e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito a rendere la mia storia unica tra tante.